Da oggi vogliamo condividere con voi una serie di suggerimenti e consigli per provare a rispondere alle domande che, più di frequente, gli adulti di riferimento degli adolescenti e gli stessi ragazzi rivolgono ai nostri operatori in questo periodo di emergenza sanitaria.
di Ilaria Capucci e Giulia Solignani
Ci chiede Maria, mamma di Chiara:
“Chiara sta attaccata allo smartphone 24 ore su 24! Si sveglia tardissimo e va a dormire all’alba. Non ne posso più!”
Il gruppo dei pari è on line così come la scuola. Tutto accade su Instagram o su House Party e gli adulti iniziano a essere insofferenti alla vista dei figli connessi da mattina fino a tarda notte. Il ritmo sonno-veglia in molti casi si inverte e la motivazione rispetto allo studio può calare.
Come adulti di riferimento, è bene non dimenticare il proprio ruolo. Per quanto riguarda l’utilizzo delle nuove tecnologie avrebbe senso negoziare (o in alcuni casi rinegoziare) le regole di fruizione tenendo a mente che in questo momento storico avere un approccio troppo rigido o troppo lassista potrebbe non essere la strada più opportuna da percorrere. Se tutto è on line, anche gli adolescenti saranno più spesso presenti in rete: facciamocene una ragione. In questi mesi di deprivazione della socialità “in presenza”, gli adolescenti rivendicano il loro diritto ai social network.
Un diritto che non va negato, ma gestito. Una regola da cui partire, ad esempio, riguarda il momento del pasto in famiglia durante il quale adulti e adolescenti potranno impegnarsi a non utilizzare lo smartphone. Esistono poi alcune applicazioni (come Quality Time) che monitorano sia il tempo di utilizzo totale del cellulare, sia quanto tempo si trascorre sulle singole app. Il report giornaliero che emerge può essere un buono spunto per ragionare insieme sul tempo trascorso on line, mantenendo però sempre un atteggiamento di sospensione del giudizio.