L’abuso di alcolici tra i giovani. Intervista a Giuseppe Losacco

bottiglie di alcolici su un bancone di un bar che si vedono sfuocateIl consumo di alcol tra i giovani a Bologna è in aumento: cresce sia quello quotidiano, sia l’abuso occasionale. Quest’ultimo, spiega il responsabile dell’Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze – Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze – dell’Ausl del capoluogo emiliano, Raimondo Maria Pavarin, “è pianificato. I ragazzi sono informati e ne conoscono bene i rischi i problemi correlati: per questo progettano i momenti in cui avranno questo tipo di atteggiamenti”. Di solito, la fine della giornata per non interferire con le attività di lavoro o studio, cercando la “sbornia” per arrivare allo “sballo”, per divertirsi. L’unico vero freno è la questione economica, i pochi soldi a disposizione per ubriacarsi. Perciò il mercato si è adeguato con alcolici a basso costo (i famosi cicchetti a un euro) o con i venditori abusivi. E poi c’è il “fai da te”, con i bottiglioni di cocktail che i giovani si preparano a casa, evitando anche di entrare nei locali. Questo è solo un rapido tratteggio del disegno che emerge sul fenomeno dalla ricerca “La normalizzazione dell’abuso di alcolici tra i giovani” presentata a Bologna e realizzata nell’ambito del progetto “AllCool“, finanziato dall’Unione europea con lo scopo di contrastare la tendenza alle grandi bevute occasionali tra i giovani a basso reddito e laureati disoccupati in Italia, Portogallo e Spagna.
A Bologna, su 500 giovani tra i 18 e i 29 anni intervistati per la ricerca, “almeno l’80% ha avuto un heavy episodic drinking nell’ultimo anno, ma un 30% lo ha avuto tutte le settimane”. Il 28% dichiara di bere alcol tutti i giorni. E ancora, stando ai dati dell’Osservatorio Ausl, tra il 2009 e il 2016 sono stati oltre 16.000 gli accessi ai Pronto soccorso di Bologna per problemi legati all’abuso di alcol: di questi, quasi 4.000 erano ragazzi tra i 18 e i 29 anni.
L’abuso di alcol tra i giovani è diventato, dunque, una scelta razionale e consapevole. Un esito dello studio, questo, confermato anche da una serie di interviste realizzate con la tecnica del “foto-stimolo” (usando, cioè, solo immagini fotografiche) da Giuseppe Losacco, sociologo visuale che collabora col Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna in qualità di ricercatore, e da Milena Milano. Losacco ha raccontato a Drugadvisor la sua ricerca focalizzata su otto giovani tra i 19 e i 29 anni.

Ancora a conferma della ricerca condotta nell’ambito di Allcool, Losacco parla dei cambiamenti legati al consumo di alcuni “prodotti” che consentono di raggiungere lo “sballo” a costi contenuti e in tempi rapidi.

Altro elemento che emerge dalle interviste, afferma Losacco, è la “programmazione” delle bevute e, soprattutto, la normalizzazione sociale dell’abuso di alcol.

Da ultimo, il sociologo analizza il fenomeno rispetto alle differenze di genere sul consumo e l’abuso di alcol.

Dal materiale e dalle storie raccolte nella ricerca è stato realizzato un documentario di inchiesta con finalità formative. Un lavoro complessivo che servirà a sviluppare un progetto pilota con i ragazzi dell’ultimo anno degli istituti professionali di Bologna, da cui trarre alcune linee guida per future azioni di riduzione del danno.

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