Come sono cambiati i consumi di sostanze in tempi di pandemia e lockdown? Come si sono riorganizzati i servizi che si occupano di giovani consumatori? Continua il nostro viaggio tra i progetti reggiani che, complice l’emergenza sanitaria, hanno dovuto trasformare le loro attività.
Nella bassa reggiana, i GIG di Pro.di.Gio
GIG, come Giovani In Giro (Unità di Strada). Pro.di.Gio, come “Progetti di Giovani”. Nata nel 2003 per volontà di 6 comuni dell’area nord della provincia di Reggio Emilia dopo un percorso di trasformazione delle precedente esperienza di Ufficio Associato Politiche Giovanili, oggi l’Associazione lavora su un territorio con una popolazione complessiva di oltre 150 mila abitanti e con un’incidenza dei giovani fra le più alte della regione (3 Unioni di Comuni per un totale di 17 comuni). Obiettivi dell’Associazione Pro.di.Gio, favorire la promozione sociale mediante il miglioramento della qualità della vita dei giovani, soprattutto a livelli educativo, scolastico e formativo, con attenzione alla qualificazione del tempo libero, alla promozione del volontariato giovanile, alla prevenzione e al contrasto delle dipendenze e del disagio, alla lotta all’esclusione sociale.
“Come GIG, lavoriamo nei distretti di Correggio e Guastalla, aree enormi – spiega Lauro Menozzi, Direttore dell’Associazione –. Ci occupiamo dei comportamenti a rischio nei luoghi di aggregazione dei giovani. Qui non ci sono molte discoteche, ma ci sono pub, locali, piscine, c’è il Lido Po a Guastalla, ci sono le scuole superiori. Collaboriamo con le realtà del territorio, presidiamo i flussi, anche le stazioni ferroviarie in entrata e in uscita delle scuole. A febbraio si è fermato tutto: così abbiamo cominciato a trasferire online parte delle attività”. Dalla realizzazione di nuovo materiale (non più cartaceo ma digitale), alla promozione di interventi a distanza (tanti i temi: le malattia sessualmente trasmissibili, il consumo di sostanze). E poi le collaborazioni con i centri di aggregazione giovanili, i progetti di prevenzione nelle scuole portati a termine su Meet e Classroom. “Abbiamo riscontrato un dato inaspettato: i giovani hanno retto meglio al lockdown, forse perché più e meglio abituati a trascorrere del tempo online. Al contrario abbiamo visto emergere tutta la fragilità degli adulti. Siamo certi che su questi aspetti sarà necessario ragionare”.
Con la ripartenza, Pro.di.Gio ha scelto di mantenere le attività sui social ma di tornare immediatamente in strada: “Sono anni che facciamo formazione a docenti e genitori, che parliamo di prevenzione, che agganciamo giovani, che parliamo nelle scuole. Purtroppo, abbiamo notato che negli istituti scolastici di questi temi ci siano sempre meno occasioni di confronto. Noi ci battiamo perché lo stato dell’arte cambi”.