Reggio Emilia, Play your life: il 29 maggio l’evento conclusivo del progetto per il contrasto al gioco d’azzardo

Un appuntamento per parlare di gioco d’azzardo, gaming e web in riferimento alla fascia adolescenziale. È l’evento conclusivo del progetto Play your life di Reggio Emilia, coordinato da Comune, Centro sociale Papa Giovanni XXIII S.C.S. onlus in collaborazione con Lega contro i tumori LILT di Reggio Emilia-Luoghi di prevenzione. L’appuntamento, rigorosamente online, è per venerdì 29 maggio dalle 10 alle 12: sarà l’occasione per avviare una riflessione sull’utilizzo del web, del gioco d’azzardo online e delle nuove tecnologie anche alla luce delle modifiche del contesto di riferimento dei giovani in questo periodo di emergenza. L’evento sarà aperto a studenti, docenti, genitori, educatori e operatori del settore: per partecipare sarà sufficiente collegarsi, il giorno dell’evento, al sito www.playourlife.it.

Il contesto di riferimento

Già, il contesto di riferimento in questo periodo di emergenza: oltre due mesi di lockdown per la pandemia, e una fase 2 in fase di ripartenza a singhiozzo. In isolamento, tutte le forme di gioco d’azzardo “dal vivo” sono state chiuse – è resistito solo il gratta e vinci –, e con anche lo stop alle manifestazioni sportive si è bloccato anche tutto il settore delle scommesse. Si calcolano – come spiegherà Enrico Malferrari, moderatore del webinar e presidente del Conagga, il Coordinamento nazionale per gruppi gioco d’azzardo – 750 milioni di mancati introiti per lo Stato come conseguenza di questa situazione. Tutto, nei fatti, è passato online: “Lo scenario e il contesto di riferimento dei giovani in questo periodo di emergenza si è modificato e focalizzato maggiormente sull’utilizzo del web e delle nuove tecnologie – spiega Cristina Gozzi, operatrice sanitaria della Lilt di Reggio Emilia, coordinatrice, con Malferrari, del progetto –. Molti adolescenti si approcciano ad attività che non credono legate all’azzardo che, invece, prevedono dinamiche simili abbiamo quindi ridefinito alcune delle azioni di progetto e pensato ad un evento online che potesse concludere il percorso, coniugando la voce dei ragazzi con il contributo di esperti dei settori.”.

Il progetto Play your life

Come detto, l’appuntamento del 29 sarà la tappa conclusiva di un progetto più ampio, condotto nel corso dell’anno scolastico 2019-2020, dal titolo “Play your life – Progetto sulle attività di contrasto al gioco d’azzardo – Azioni di sensibilizzazione e prevenzione da da svolgersi prevalentemente nel contesto scolastico”. Comune, Centro Sociale Papa Giovanni – per il know how – e Luoghi di prevenzione di Lilt – fucina di progetti in tema prevenzione salute, a 360° – hanno portato avanti azioni formative e di educazione tra pari in 4 istituti secondari di secondo grado di Reggio Emilia (Istituto Professionale Servizi Socio Sanitari “Galvani-Iodi”, ITI “L. Nobili”, Istituto Tecnico “Scaruffi-Levi-Tricolore”, Istituto Professionale Statale per il Commercio “Filippo Re”). La rete degli interventi di sensibilizzazione al tema del Gioco d’azzardo sui giovani si è ampliata con la collaborazione dell’associazione Amici di Gancio Originale, della cooperativa sociale San Giovanni Bosco e di Ceis.

Peer education e formazione sono le due modalità principali attraverso le quali è stato condotto il progetto: “Quando si promuovono interventi di promozione della salute è importante agire nel contesto – sottolinea Cristina Gozzi –. La formazione e l’educazione tra pari ha dato riscontri straordinari, e noi abbiamo aggiunto la formazione per il corpo docente. Sostenendo la necessità di migliorare gli stili di vita, è importante che tutti gli attori e gli ambiente coinvolti si muovano”. Play your life prevede proposte curricolari inserite nell’orario scolastico: “Il professore di matematica, sul tema gioco d’azzardo, può proporre spunti di statistica, quello di storia dell’arte può organizzare una lezione sulla storia del gioco, e lo stesso può fare il docente di storia”.

Ogni attività è stata organizzata partendo dal vissuto dei ragazzi, escludendo la figura dell’esperto in classe: da lì è stato chiesto di elaborare un pensiero intorno al tema del gioco. “Attraverso tecniche interattive – gioco di ruolo, scrittura creativa e analisi immaginativa, oltre a un laboratorio scientifico-didattico – si è andati oltre il know how scientifico, per lavorare su un intervento integrato, che ribalti e completi le esperienze dei ragazzi, che non possono essere solo spettatori”.

La stessa struttura è stata replicata anche nel caso di interventi tra pari: “È dimostrato che la peer dia ottimi risultati in ottica di benessere psico-fisico”

A fianco di tutto ciò, “abbiamo potuto fare peer education in doposcuola e centri giovani. Il gruppo pari, così, si è cimentato anche nei contesti extra scolastici. Naturalmente, la pandemia ha bloccato tutto, ma subito ci siamo reinventati. I peer hanno cominciato a lavorare su una bacheca online, e parte dei loro contributi, discussi e approfonditi, saranno ripresi nell’incontro del 29 maggio”.

Il programma dell’evento del 29 maggio

L’evento finale prevede interventi di esperti e voci dei ragazzi. In apertura, i saluti di Raffaella Curioni, assessore comunale a Reggio a educazione, conoscenza, Città universitaria e sport. Il primo intervento sarà quello di Stefano Alemanno, pedagogista e formatore. Il suo interesse e la sua attenzione alle mutazioni dei linguaggi e le trasformazioni del vivere sociale, soprattutto in ambito giovanile, lo hanno riproposto come Web content manager, esperto in navigazione, progettazione e supervisione di spazi di cura su piazze virtuali. In questo ambito ha realizzato consulenze e progetti per Ministero della Salute, Regioni e Comuni, fra cui il coordinamento scientifico di Youngle, network nazionale di aiuto e counseling online per adolescenti, app dedicate all’ascolto dei genitori e progetti di utilizzo consapevole del web e del mondo del gaming, soprattutto a favore delle fasce adolescenziali. A seguire, Ester Macrì, Project Manager della start up fiorentina Kinoa, all’interno della quale si occupa in particolare di laboratori sull’uso responsabile dei social network indirizzati agli adolescenti, di percorsi di alternanza scuola lavoro innovativi che rendono protagonisti i ragazzi di un vero e proprio percorso di prototipazione di un’idea tecnologica e di percorsi partecipativi con metodi non tradizionali che coinvolgono i cittadini in maniera interattiva e immediata anche attraverso lo smartphone.

Saranno presentati in questa occasione i contributi dei peer educator degli Istituti che hanno collaborato al progetto e un apporto dei ragazzi della classe 4F dell’Istituto Motti che hanno partecipato al “Non stare al gioco” promosso da Officina Educativa Partecipazione giovanile e benessere, ideato e realizzato dalla Cooperativa Reggiana Educatori.

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