Da oggi vogliamo condividere con voi una serie di suggerimenti e consigli per provare a rispondere alle domande che, più di frequente, gli adulti di riferimento degli adolescenti e gli stessi ragazzi rivolgono ai nostri operatori in questo periodo di emergenza sanitaria.
di Ilaria Capucci e Giulia Solignani
Ci scrive Federico, 20 anni:
“Può succedere che quando mi annoio bevo una birretta in più del solito, anche se devo stare così tanto in casa. Almeno mi passo il tempo e non penso”
Quando ci annoiamo, spesso tendiamo a compensare i nostri vissuti emotivi con comportamenti che ci producono piacere. Tra i giovani questa è una modalità particolarmente diffusa, anche alla luce della fase evolutiva che stanno vivendo. L’aumento del consumo di alcol in questo periodo di limitazioni del corpo, in cui ci siamo sentiti chiusi in casa e interrotti nella nostra solita routine quotidiana, insieme alla facile reperibilità dei prodotti alcolici, ha permesso un utilizzo maggiore del solito di alcol senza essere significato.
Come possiamo porci come adulti a contatto coi giovani?
Possiamo, come genitori, innanzitutto non fare finta di nulla, ma parlarne, notare il cambiamento e ciò che troviamo in casa, osservare i comportamenti di consumo dell’alcol agiti durante i pasti condivisi oppure segretamente, aprire un dialogo e un ascolto attivo. Possiamo, come docenti ed educatori, rimanere in contatto on-line con i giovani con cui abbiamo una relazione e chiedere “Come stai?”. A volte insegnanti ed educatori sono soggetti esterni alla famiglia con cui i giovani si confidano più facilmente rispetto ai propri comportamenti a rischio, di cui temono la reazione nei genitori e il loro giudizio negativo. Apriamo spazi di parola, non creiamo ostacoli comunicativi.