Adolescenti, eroina e nuovi modelli di consumo

Negli ultimi mesi molti titoli di giornali, sia nazionali che locali, hanno spinto la redazione di Drugadvisor a riflettere su un tema che spaventa molti: l’uso e abuso di eroina.
Questa sostanza è tornata alla ribalta nelle pagine di cronaca a seguito di alcuni casi di overdose che hanno avuto come protagonisti spesso giovani adolescenti. Ma sono davvero in aumento i giovani consumatori di eroina?
Come emerge dai dati delle ricerche dell’ESPAD del 2016 condotte su un campione di studenti tra i 15 e i 19 anni, la sostanza illegale maggiormente utilizzata è la cannabis, a cui seguono la SPICE, la cocaina, stimolanti e allucinogeni, mentre l’eroina è quella meno diffusa (la percentuale di consumo frequente nel campione analizzato è dello 0,7%).
A differenza del passato sono cambiati però modi di assunzione e di consumo.
Abbiamo parlato di sostanze e comportamenti a rischio con M., un educatore che da più di dieci anni lavora con gli adolescenti.

“Dalla mia esperienza posso dire che l’eroina viene usata spesso in contesti di policonsumo, per esempio dopo aver assunto droghe più eccitanti si passa all’eroina per calmarsi e abbassare il livello di agitazione e frenesia. Non è una novità e non è un ritorno. Ci sono periodi in cui si manifesta di più altri meno, nel corso del tempo sono cambiate anche le rappresentazioni associate a questa sostanza sia da parte di chi consuma che a livello più culturale. Inoltre i trend di consumo sono dettati anche dal mercato del narcotraffico e dagli stessi spacciatori, è evidente che si è abbassato ancora di più il prezzo ed è facile trovarla nelle piazze, insieme alla cannabis e alla cocaina. Gli adolescenti si avvicinano a questa sostanza per motivi diversi e il contesto sociale e culturale in cui viviamo è una componente importante: rispetto al passato i giovani vivono una maggiore crisi rispetto al futuro e un maggiore disagio, faticano a sostenere il peso della crescita.
L’incertezza del presente si sposa bene con gli effetti di questa sostanze che invece ‘anestetizza’ i sentimenti e così anche le paure. Per chi la usa sembra sortire un effetto di autoterapia. In più fumarla allontana anche la paura del buco e della possibilità di contrarre malattie”.

Come si arriva al consumo di eroina?
Gli adolescenti e pre adolescenti sperimentano prima altri tipi di sostanze soprattutto alcol e cannabis, poi alle volte si passa alle altre droghe sintetiche. L’eroina non è mai il primo tipo di sostanza ad essere sperimentata.
Ci sono molti adolescenti che hanno ben chiaro il limite, alcuni non arrivano mai ad usarla in modo assiduo, altri invece ci scivolano più facilmente, anche se il numero percentuale è molto basso. L’arco di tempo in cui avviene il passaggio da un tipo di sostanza all’altra spesso può essere breve: alcuni già a 16 anni sono coinvolti nell’uso di eroina con situazioni fin da subito molto complesse per l’incrocio tra aspetti di personalità, biografici e modalità di consumo. Questo è il dato preoccupante secondo me.

Quali sono i campanelli di allarme che un genitore deve ascoltare?
I cambiamenti fisici in primis, ma non è generalizzabile perché comunque ogni persona ha una reazione diversa. I segnali possono essere molteplici, per alcuni più legati al fisico per altri sono cambiamenti nel modo di comportarsi o nell’umore. Accorgersi o meno che qualcosa sta succedendo dipende anche dal tipo di relazione che l’adolescente instaura con il genitore o con qualsiasi adulto di riferimento. Conflitti e trasgressione sono indici di una fase di crescita, ma a volte queste tensioni devono essere declinate in modo diverso. É un lavoro complesso che però un genitore deve fare insieme al figlio. Per esperienza posso dire che la soluzione migliore non è ignorare il problema. Capita che un genitore dica: “questo non potrà mai accadere alla mia famiglia”, ignorando i segnali lanciati dall’adolescente. L’uso di sostanze può essere una richiesta di aiuto o l’espressione di un bisogno di relazione che indirettamente rivolge ai genitori. Il consiglio è provare a capire l’adolescente, capire cosa sta vivendo e attraversando. Significa dialogare, chiedere quali luoghi frequenta, dove si diverte e preoccuparsi in senso positivo rispetto la sua vita sociale. Esistono contesti notturni dove aumentano le probabilità di trovare e usare sostanze. Questo non vuol dire saltare ad associazioni stereotipate del tipo ‘mio figlio va ad un party e quindi si droga’, ma piuttosto accompagnarlo e seguirlo nella crescita e capire e scoprire insieme a lui contesti di divertimento che prima erano sconosciuti.
La cornice delle regole rimane importante, vanno condivise ed esplicitate, accettando anche la parte di conflittualità che queste possono portare. Anche per avere una cornice per riflettere insieme sui rischi e sul piacere di stare in determinati ambienti.
Il ruolo del genitore in adolescenza è complesso e faticoso, confrontarsi con esperti o anche con altri genitori sono strategie opportune per evitare che vergogna, paura e senso di fallimento prendono il sopravvento.

A chi può rivolgersi un genitore che ha bisogno di aiuto?
Ai servizi territoriali. A Bologna ad esempio c’è lo Spazio Giovani dell’Azienda USL oppure Area 15 che offre informazioni sulle sostanze legali e illegali e sui comportamenti a rischio.

Dalla tua esperienza di operatore quale istanze portano gli adolescenti in uno spazio a loro dedicato?
Ascolto e riconoscimento. Mi è capitato di incontrare adolescenti che avevano bisogno di lavorare sulla propria autostima e sulle proprie capacità. Imparare a gestire le relazioni con la famiglia e con i pari. Si percepisce una paura di non essere all’altezza delle situazioni e, a volte, la difficoltà più grande è accettarsi.

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